Tutto nasce da un passo ed il tango ballato lo possiamo riassumere in passi e “pivot”.
Muoversi in uno spazio in un determinato tempo.
Lo spazio per noi è la pista, il tempo è dettato dalla musica.
Ciò che popola lo spazio ed il tempo di un passo è un mistero…! cosa non nota a chi non è dentro l’abbraccio stesso.
Il ballerino (quello avanzato) esplora gli elementi che popolano lo spazio vuoto tra un passo e l’altro, tra un tempo forte ed uno debole della musica stessa.
Durante una lezione si discuteva dell’asse e della dissociazione del corpo del ballerino dove la parte alta (il torace) guida il movimento della parte bassa (bacino e caviglie), ciò all’interno di una dinamica determina un equilibrio personale interdipendente con il partner…
Pensiero di una allieva: “Nel tango ogni movimento dissociativo è in realtà compositivo, nel senso che riconduce quella che è l’espressione personale del movimento a un asse di equilibrio comune. È questa la caratteristica unica del tango: puoi sempre essere te stesso, a patto che tu non rompa l’armonia con l’altro. È per questo motivo che i passi sono così espressivi: mai artificiali, sono naturali come dovrebbero essere i passi nella vita di ciascuno di noi”… …
La condivisione dell’asse, come pure nella vita, deve esserci, altrimenti “balliamo da soli” … Quindi ognuno deve sapere che dell’altro ci si può fidare ma sempre con consapevolezza del rapporto di equilibrio con la terra (unica cosa realmente stabile).
Le forme di equilibrio tra due persone sono sempre in continuo movimento tra il tempo e lo spazio, e non del tutto stabili… quindi possiamo “giocare” con queste forme di equilibrio, ma non perdere il riferimento della “terra” per saperci ritrovare velocemente.
Giovanni Bovolenta